parodontopatia

Parodontopatia: come possiamo combatterla in modo efficace

Tabella dei Contenuti

Introduzione

La parodontopatia (conosciuta anche con le terminologie di malattia parodontale, parodontite, o più anticamente come piorrea) è una condizione che affligge il parodonto, il tessuto di sostegno che permette l’ancoraggio dei denti alle ossa mascellari, causando:

  • diffusa infiammazione;
  • progressiva distruzione dell’apparato di sostegno dentale.

Le parodontopatie sono, in assoluto, le malattie dentali  più  diffuse  al  mondo  dopo  la  carie,  e rappresentano la seconda causa di perdita dentale.

Forme in cui è classificabile una parodontopatia

un caso di parodontite

L’esistenza  di  un  sistema  di  classificazione  dei problemi parodontali è fondamentale se vogliamo inquadrare correttamente le parodontopatie e trattare efficacemente i pazienti che ne sono affetti.

E’ importante sottolineare che l’inquadramento esatto di uno specifico problema parodontale può avvenire solo dopo un adeguato studio anamnestico, clinico e radiografico che valuti:

  • la severità;
  • la distribuzione;
  • la progressione della malattia.

Soprattutto per questo è bene che i casi di malattia parodontale vengano trattati da un team di persone altamente competenti nella materia, come gli igienisti dentali e i parodontologi.

Lo studio del caso dovrebbe sempre partire da un sondaggio parodontale con strumentazione specifica e dalla compilazione di un’apposita cartella parodontale.

Per quanto riguarda l’attuale classificazione delle parodontopatie, la AAP (American Academy of Periodontology) è l’ente internazionale di riferimento per la comprensione della patogenesi e le linee guida di trattamento di questa problematica.

Le più diffuse forme di parodontopatia identificate dalla AAP sono:

Parodontite aggressiva

Un tempo nota anche come “parodontite giovanile”, la parodontite aggressiva si verifica in pazienti che sono altrimenti clinicamente sani.

Caratteristiche tipiche della parodontite aggressiva includono la perdita di attacco parodontale e la predisposizione familiare.

Parodontopatia cronica

Consiste in un’infiammazione dei tessuti di supporto dentale che porta con il tempo ad una:

  • perdita di attacco parodontale progressiva;
  • perdita di osso.

E’ sicuramente la forma di parodontopatia più comune negli adulti, ma può potenzialmente insorgere a qualsiasi età.

La progressione della perdita di attacco clinico di solito avviene lentamente, ma possono verificarsi anche periodi di rapida progressione della malattia.

La parodontopatia cronica spesso si associa a recessione della gengiva.

Parodontite sistemica

Generata come manifestazione di malattia sistemica, si tratta di una forma di parodontopatia che inizia in giovane età.

Le  condizioni sistemiche a cui la parodontite sistemica risulta legata sono:

  • le malattie cardiache;
  • i disordini respiratori;
  • tipicamente, il diabete.

Parodontite necrotizzante

Consiste di una forma di malattia parodontale caratterizzata da una vera e propria necrosi del tessuto gengivale, del legamento parodontale e dell’osso alveolare.

Queste lesioni sono comunemente osservate in soggetti con HIV, malnutrizione o immunodepressione.

Sintomi iniziali che preannunciano una parodontite dentale

fastidio in bocca causato da parodontite

La malattia parodontale è una condizione ingravescente, ma spesso silente, con sintomi che possono non apparire fino ad uno stato avanzato.

Spesso presenta dei sintomi che possono confonderla con altri tipi di patologie, come ad esempio le pericoroniti.

Il primo stadio: la gengivite

La parodontopatia, di solito, si manifesta inizialmente nella sua forma più blanda, la gengivite.

La gengivite causa gengive rosse e gonfie, che sanguinano facilmente. Può essere localizzata a un dente o diffusa, ma di solito il discomfort percepito è minimo.

La gengivite è spesso causata da un’igiene orale inadeguata, con accumulo di placca e tartaro.

I fattori che possono contribuire alla gengivite sono  tantissimi e includono:

  • fumo;
  • predisposizione  genetica;
  • malocclusioni dentali;
  • malattie  e  condizioni  sistemiche;
  • malnutrizione;
  • pubertà, cambiamenti ormonali;
  • gravidanza;
  • abuso di sostanze;
  • HIV e, infine, persino alcuni farmaci.

Dalla gengivite alla parodontite

La gengivite non trattata può evolvere in parodontite.

Con il tempo, infatti, le tossine prodotte dai batteri della placca stimolano un’infiammazione cronica in cui in sostanza il corpo reagisce contro sé stesso e l’osso che sostiene i denti si ammala e distrugge.

Alla fine le gengive si “staccano” dal dente, formando spazi tra i denti e le gengive (“tasche”) che diventano infetti.

Man mano che la parodontopatia progredisce, le tasche si approfondiscono e sempre più  si assiste ad una distruzione del parodonto.

Spesso questo processo ha dei sintomi blandi, ma i più evidenti sono: 

  • gengive rosse, gonfie e morbide, o altro dolore nella bocca;
  • sanguinamento durante le manovre di igiene o passaggio del filo interdentale;
  • gengive che si sono abbassate o si sono staccate dal dente, per cui il dente sembra “più lungo” del normale;
  • denti mobili;
  • pus tra dente e gengiva;
  • alito cattivo persistente (alitosi);
  • un cambiamento nell’inserimento della protesi parziale;
  • “migrazione dei denti”, ovvero denti che si allargano e spostano da soli.

Va specificato, infine, che a lungo andare la distruzione progressiva dell’apparato di sostegno del dente può degenerare al punto da portare alla mobilità e quindi alla perdita dell’elemento dentale.

Nella parodontologia è assolutamente normale trattare alcuni termini come ad esempio quello di malattia parodontale.

Nella malattia parodontale la presenza di placca batterica risulta essere una condizione necessaria ma spesso non sufficiente per sviluppare una patologia attiva.

Inoltre il decorso, la gravità e quanto è diffusa la parodontopatia, sono fattori chiave che devono essere ponderati accuratamente per poter inquadrare esattamente il tipo di parodontopatia.

Dal punto di vista del paziente, c’è da dire che la parodontite in genere dà pochi sintomi inizialmente e spesso questo porta le persone a rivolgersi al professionista tardivamente.

Cura della parodontopatia: quali terapie esistono

scaling per parodontite

Può sembrare banale, ma ad oggi l’unico rimedio veramente efficace contro la parodontopatia è la disgregazione del biofilm batterico e la prevenzione della sua formazione.

Una valida terapia parodontale può essere ottenuta grazie alla collaborazione sinergica di specialisti dedicati, che si occupino sia del trattamento non-chirurgico della malattia parodontale che delle eventuali procedure chirurgiche.

I trattamenti professionali per la cura della parodontite possono essere usati singolarmente o in combinazione, in uno o più momenti. I più comuni sono i seguenti.

Trattamenti non chirurgici di una parodontopatia

Parliamo, in questo caso, di scaling e root planing, che consistono in una pulizia accurata delle superfici per rimuovere placca e tartaro dalle tasche parodontali profonde e rendere liscia la superficie radicolare del dente.

Molti parodontologi sono d’accordo nel dire che dopo scaling e root planing molti pazienti non richiedono ulteriore trattamento, se non un mantenimento attivo e costante;

“Graft” gengivali

Si tratta di interventi di chirurgia plastica parodontale, che mirano a correggere i difetti della gengiva.

Consistono in prelievi di tessuto gengivale da siti donatori, che consentono di riparare difetti dovuti a gengive ritirate (recessioni gengivali) e prevenire ulteriori retrazioni dovute a successive perdite di osso.

I graft gengivali possono essere usati anche nel trattamento della perimplantite, solitamente generata da casi di mucosite non curati).

Procedure rigenerative

Una procedura rigenerativa può essere raccomandata quando l’osso di supporto del dente è stato distrutto dalla piorrea e un difetto osseo si è creato attorno al dente.

In questi casi, è possibile rigenerare l’osso andato distrutto tramite il ricorso a membrane, innesti d’osso o proteine osteo-inducenti.

La rigenerazione del tessuto osseo è una procedura utilizzatissima anche in quei casi in cui il dente è andato perduto e serve per ricreare nuovo osso in previsione di una futura terapia implantare.

Chirurgia ossea resettiva

Procedura comune in passato e ad oggi limitata soprattutto ai denti posteriori, la chirurgia ossea resettiva è un’altra alternativa validissima.

Consiste in quel trattamento chirurgico parodontale che interviene sull’osso reso malconcio dalla malattia parodontale per ridargli un profilo anatomico corretto;

Riduzione delle tasche parodontali

Viene eseguita quando le tasche parodontali che circondano i denti sono troppo profonde da poter essere pulite in profondità, sia con strumenti professionali in studio che a casa.

Come prevenire la formazione di una parodontopatia

Oltre a comprendere come curare la parodontite è importante sapere cosa fare nel nostro quotidiano per prevenirne la formazione.

Come già detto prima, nelle parodontopatie la placca batterica rappresenta la condizione necessaria a produrre patologia.

Tuttavia, affinché si abbia veramente lo sviluppo di malattia parodontale, c’è bisogno della compresenza di altri fattori scatenanti, quali:

  • la familiarità/predisposizione genetica alla parodontopatia;
  • la presenza di malattie o condizioni sistemiche (diabete, ipertensione arteriosa, gravidanza, immunodepressione);
  • molto frequentemente, abitudini di vita sbagliate, tipo il fumo.

Il precoce riconoscimento di questi fattori, ovvero l’attenta valutazione, gestione e controllo di tutte le condizioni predisponenti, è quindi sicuramente il primo passo per un’efficace prevenzione della parodontopatia.

E’ assolutamente fondamentale che il paziente sia informato e consapevole di quelli che sono i fattori di rischio e le condizioni predisponenti.

Ancor più essenziale è che il paziente sia scrupoloso a sottoporsi periodicamente a seduta di igiene orale sopra- (ablazione tartaro) e sottogengivali (levigature radicolari).

Importante, nel quotidiano, è che si mantenga un’accurata igiene domiciliare con dispositivi meccanici tipo spazzolino (elettrico/manuale), filo interdentale e scovolino.

Da notare che la disgregazione della placca batterica deve avvenire almeno ogni 12 ore, perché altrimenti si rischia che la placca aderisca troppo tenacemente al dente e non possa essere rimossa dal paziente.

Infine, i dentifrici fluorati non sono invece indicati perché questi rappresentano un utile ausilio contro la carie, ma molto meno per la malattia parodontale.

Per i pazienti più giovani, una buona opzione onde evitare la formazione futura di malattie parodontali, può essere la sigillatura dentale.

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Dr.ssa Paola Falchetti