Malattia parodontale o parodontopatia: come combatterla
La malattia parodontale (o parodontite, parodontopatia, o comunemente piorrea) è chiamata così in quanto affligge il parodonto (il tessuto di sostegno che permette l’ancoraggio dei denti alle ossa mascellari), portando ad infiammazione e progressiva distruzione dell’apparato di sostegno dei denti.
Si tratta in assoluto della malattia dentale più diffusa al mondo dopo la carie e rappresenta la seconda causa di perdita dentale. Nei prossimi paragrafi cercheremo di scoprire qualcosa di più sulla parodontite e su come curarla.
Classificazione malattia parodontale
L’esistenza di un sistema di classificazione della malattia parodontale è fondamentale per inquadrare correttamente le varie tipologie di parodontiti e trattare efficacemente i pazienti che ne sono affetti. Presso il nostro studio odontoiatrico di Roma siamo all’avanguardia nella cura delle malattie parodontali.
Ad oggi, la AAP (American Academy of Periodontology) è l’ente internazionale di riferimento per la comprensione della patogenesi e le linee guida di trattamento della parodontopatia.
Le più comuni forme di parodontopatia identificate dalla AAP sono:
- parodontite aggressiva: una volta nota come “parodontite giovanile”, la parodontite aggressiva si verifica in pazienti che sono altrimenti clinicamente sani. Caratteristiche tipiche della parodontite aggressiva includono la perdita di attacco parodontale e la predisposizione familiare;
- parodontite cronica: consiste in infiammazione dei tessuti di supporto dentale, perdita di attacco parodontale progressiva e perdita di osso. E’ sicuramente la forma di malattia parodontale più comune negli adulti, ma può potenzialmente insorgere a qualsiasi età. La progressione della perdita di attacco clinico di solito avviene lentamente, ma possono verificarsi anche periodi di rapida progressione della malattia. Spesso si associa a recessione della gengiva;
- parodontite come manifestazione di malattia sistemica: è una parodontopatia che inizia in giovane età; le condizioni sistemiche a cui la parodontopatia risulta legata sono le malattie cardiache, i disordini respiratori e, tipicamente, il diabete;
- parodontopatia necrotizzante: consiste di una forma di malattia parodontale caratterizzata da vera e propria necrosi del tessuto gengivale, del legamento parodontale e dell’osso alveolare. Queste lesioni sono comunemente osservate in soggetti con HIV, malnutrizione o immunodepressione.
E’ importante notare che l’inquadramento in una o l’altra forma di parodontopatia può avvenire solo dopo un adeguato studio anamnestico, clinico e radiografico che valuti la severità, la distribuzione e la progressione della malattia. E’ per questo che è bene che i casi di malattia parodontale vengano trattati da un team di persone altamente competenti nella materia (igienisti dentali/parodontologi) e che lo studio del caso parta da un sondaggio parodontale con strumentazione specifica e la compilazione di un’apposita cartella parodontale.
Parodontite: sintomi più comuni
La parodontite è una condizione ingravescente ma spesso silente, con i sintomi che possono non apparire fino ad uno stato avanzato della malattia.
La parodontopatia, di solito, si manifesta inizialmente nella sua forma più blanda, la gengivite.
La gengivite causa gengive rosse, gonfie, che sanguinano facilmente; può essere localizzata a un dente o diffusa, ma di solito il discomfort percepito è minimo. La gengivite è spesso causata da un’igiene orale inadeguata, con accumulo di placca e tartaro.
I fattori che possono contribuire alla gengivite sono tantissimi e includono:
- fumo;
- predisposizione genetica;
- malocclusioni dentali;
- malattie e condizioni sistemiche;
- malnutrizione;
- pubertà, cambiamenti ormonali;
- gravidanza;
- abuso di sostanze;
- HIV e, infine, persino alcuni farmaci.
La gengivite non trattata può evolvere in parodontite. Con il tempo, infatti, le tossine prodotte dai batteri della placca stimolano un’infiammazione cronica in cui in sostanza il corpo reagisce contro sé stesso e l’osso che sostiene i denti si ammala e distrugge.
Alla fine le gengive si “staccano” dal dente, formando spazi tra i denti e le gengive (“tasche”) che diventano infetti. Man mano che la malattia parodontale progredisce, le tasche si approfondiscono e sempre più parodonto si distrugge.
Spesso questo processo ha dei sintomi blandi, ma i più evidenti sono:
- gengive rosse, gonfie e morbide, o altro dolore nella bocca;
- sanguinamento durante le manovre di igiene o passaggio del filo interdentale;
- gengive che si sono abbassate o si sono staccate dal dente, per cui il dente sembra “più lungo” del normale;
- denti mobili;
- pus tra dente e gengiva;
- alito cattivo persistente (alitosi);
- un cambiamento nell’inserimento della protesi parziale;
- “migrazione dei denti”, ovvero denti che si allargano e spostano da soli.
Va specificato, infine, che a lungo andare la distruzione progressiva dell’apparato di sostegno del dente può degenerare al punto da portare alla mobilità e quindi alla perdita dell’elemento dentale.
Nella parodontologia è assolutamente normale trattare alcuni termini come ad esempio quello di malattia parodontale.
Nella malattia parodontale la presenza di placca batterica risulta essere una condizione necessaria ma spesso non sufficiente per sviluppare una patologia attiva. Inoltre il decorso, la gravità e quanto è diffusa la parodontopatia, sono fattori chiave che devono essere ponderati accuratamente per poter inquadrare esattamente il tipo di parodontopatia.
Dal punto di vista del paziente, c’è da dire che la parodontite (o malattia parodontale o piorrea) in genere dà pochi sintomi inizialmente e spesso questo porta le persone a rivolgersi al professionista tardivamente. Eppure, curare la malattia parodontale e mantenere i propri denti è possibile.
Scopriamo di seguito come.
Malattia parodontale: come si cura
Può sembrare banale, ma ad oggi l’unico rimedio veramente efficace contro la parodontopatia è la disgregazione del biofilm batterico e la prevenzione della sua formazione. Una valida terapia parodontale può essere ottenuta grazie alla collaborazione sinergica di specialisti dedicati, che si occupino sia del trattamento non-chirurgico della malattia parodontale che delle eventuali procedure chirurgiche.
I trattamenti professionali per la cura della parodontite possono essere usati singolarmente o in combinazione, in uno o più momenti.
I più comuni includono:
- trattamenti non chirurgici: ovvero scaling e root planing, che consistono in una pulizia accurata delle superfici per rimuovere placca e tartaro dalle tasche parodontali profonde e rendere liscia la superficie radicolare del dente. Molti parodontologi sono d’accordo nel dire che dopo scaling e root planing molti pazienti non richiedono ulteriore trattamento, se non un mantenimento attivo e costante;
- “graft” gengivali: si tratta di interventi di chirurgia plastica parodontale, che mirano a correggere i difetti della gengiva. Consistono in prelievi di tessuto gengivale da siti donatori, che consentono di riparare difetti dovuti a gengive ritirate (recessioni gengivali) e prevenire ulteriori retrazioni dovute a successive perdite di osso. I graft gengivali possono essere usati anche nel trattamento della perimplantite;
- procedure rigenerative: una procedura rigenerativa può essere raccomandata quando l’osso di supporto del dente è stato distrutto dalla piorrea e un difetto osseo si è creato attorno al dente. In questi casi, è possibile rigenerare l’osso andato distrutto tramite il ricorso a membrane, innesti d’osso o proteine osteo-inducenti. La rigenerazione del tessuto osseo è una procedura utilizzatissima anche in quei casi in cui il dente è andato perduto e serve per ricreare nuovo osso in previsione di una futura terapia implantare;
- chirurgia ossea resettiva: procedura comune in passato e ad oggi limitata soprattutto ai denti posteriori, la chirurgia ossea resettiva è un’altra alternativa validissima. Consiste in quel trattamento chirurgico parodontale che interviene sull’osso reso malconcio dalla malattia parodontale per ridargli un profilo anatomico corretto;
- riduzione delle tasche parodontali: viene eseguita quando le tasche parodontali che circondano i denti sono troppo profonde da poter essere pulite in profondità, sia con strumenti professionali in studio che a casa.
Come prevenire la malattia parodontale
Oltre a comprendere come curare la parodontite è importante sapere cosa fare nel nostro quotidiano per prevenirne la formazione.
Come già detto prima, nelle parodontopatie la placca batterica rappresenta la condizione necessaria a produrre patologia.
Tuttavia, affinché si abbia veramente lo sviluppo di malattia parodontale, c’è bisogno della compresenza di altri fattori scatenanti, quali:
- la familiarità/predisposizione genetica alla parodontopatia;
- la presenza di malattie o condizioni sistemiche (diabete, ipertensione arteriosa, gravidanza, immunodepressione);
- molto frequentemente, abitudini di vita sbagliate, tipo il fumo.
Il precoce riconoscimento di questi fattori, ovvero l’attenta valutazione, gestione e controllo di tutte le condizioni predisponenti, è quindi sicuramente il primo passo per un’efficace prevenzione della parodontopatia; è assolutamente fondamentale che il paziente sia informato e consapevole di quelli che sono i fattori di rischio e le condizioni predisponenti, ma ancor più essenziale è che il paziente sia scrupoloso a sottoporsi periodicamente a seduta di igiene orale sopra- (ablazione tartaro) e sottogengivali (levigature radicolari) e che mantenga un’accurata igiene domiciliare con dispositivi meccanici tipo spazzolino (elettrico/manuale), filo interdentale e scovolino (leggi i nostri consigli su come mantenere una buona igiene dentale).
Da notare che la disgregazione della placca batterica deve avvenire almeno ogni 12 ore, perché altrimenti si rischia che la placca aderisca troppo tenacemente al dente e non possa essere rimossa dal paziente. Infine, i dentifrici fluorati non sono invece indicati perché questi rappresentano un utile ausilio contro la carie, ma molto meno per la malattia parodontale.
Volete saperne ancora di più sulla cura della parodontite (o malattia parodontale)? Sospetti di avere dei sintomi riconducibili ad essa? Chiama il nostro studio, ci prenderemo cura dei tuoi denti, consigliandoti i giusti trattamenti .
Ci troviamo a Roma, in Via Cappadocia 12-18, per richiedere un appuntamento puoi anche compilare il form che trovi di seguito!
Dottoressa Paola Falchetti
Laureata con lode in Odontoiatria e Protesi dentaria nel 2007 presso l’Università “Cattolica del Sacro Cuore” di Roma.
È iscritta all’Albo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma n. 5615.
Specializzata in Chirurgia Odontostomatologica nel 2011 presso l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti.
Relatrice su metodiche implantari e ricostruttive collabora attivamente presso rinomati studi dentistici.
CV completo della Dottoressa Paola Falchetti
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